Cosa succede alle nostre labbra
Il tessuto delle labbra, come del resto quello perilabiale , invecchia più velocemente di quello del resto del volto per gli stress meccanici cui è sottoposto continuamente, abitudini dannose come il fumo e per la mancanza di ghiandole sebacee che ne garantirebbero idratazione e protezione.
Col passare degli anni si verifica una fisiologica perdita della elasticità legata all’alterazione ed alla riduzione delle fibre di collagene, un sensibile riassestamento delpannicolo adiposo ed una perdita della matrice ossea sottostante.
Tutto ciò comporta l’assottigliamento della mucosa, la perdita della definizione del vermiglio, l’abbassamento degli angoli della bocca.
Intorno ai 40 anni compaiono così le prime rughe sia sulle labbra, sia sul perilabio.
Le labbra prefette
Ogni medico estetico dovrebbe possedere un bagaglio d’esperienza tecnica adeguato a rispondere alle esigenze di bellezza e naturalezza attuali.
Attuali perchè negli anni le proporzioni delle labbra si sono modificate per moda.
Oggi possiamo correggere profilo, forma volume delle nostre labbra; cancellare i segni dell’invecchiamento con sistemi naturali non permanenti e passibili di ritocchi.
La parola d’ordine deve essere valorizzazione e non trasformazione!
Lasciando da parte i rapporti geometrici sottolineati nei testi di studio che ci porterebbero ad in utili ed annose disquisizioni, diciamo in sostanza che è importante che il labbro inferiore sia più voluminoso e sporgente di quello superiore. Quest’ultimo deve essere ben definito, simmetrico, leggermente più alto nella parte centrale di quello inferiore.
E’molto importante, per dare carattere alla bocca, definire il filtro.
Di fondamentale importanza la scelta di un prodotto plasmabile (filler)che abbia capacità riempitive e che sia adatto ad essere infiltrato in una struttura molle, flessibile ed estensibile come quella labiale.
Non esiste una tecnica migliore delle altre ma il gusto estetico deve guidare medico e paziente verso una correzione la più naturale possibile, evitando sovradimensionamenti (“effetto canotto”) e sproporzioni.
Anche l’utilizzo di tecniche combinate, soprattutto quando si lavora anche sulla zona di contorno (trattare il cosiddetto “codice a barre”) può rivelarsi una strategia vincente.
Ringrazio Dottor Alessio Gessati per le preziose informazioni